La Champions League non perdona gli errori, tanto meno se sono del portiere, né ha pietà delle squadre amiche, nemmeno del Girona. I ragazzi di Míchel scivolano tra le dita, proprio quando la partita arriva al 90° minuto, un pareggio che avevano eroicamente vinto al famoso Parc des Princes. Gazzaniga, l’eroe di giornata, si è crudelmente trasformato in cattivo quando ha ingoiato un cross apparentemente semplice dalla sinistra di Bruno Mendes. La giocata ha offuscato una prestazione di squadra lodevole da parte dei biancorossi contro un avversario migliore come il PSG.
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Matvey Safonov, Marquinhos, Achraf Hakimi, Willian Pacho, Nuno Mendes, Warren Zaïre-Emery, Fabián Ruiz (João Neves, min. 62), Vitinha (Lee Kang-In, min. 62), Marco Asensio (Randal Kolo Muani, min. .38), Ousmane Dembélé (Beraldo, min. 91) e Bradley Barcola (Désiré Doué, min. 62)
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Paulo Gazzaniga, Ladislav Krejcí, Miguel Gutiérrez, Arnau Martínez, David López, Oriol Romeu, Viktor Tsyhankov (Alejandro Francés, min. 87), Bryan Gil (Yáser Asprilla, min. 65), Iván Martín (Jhon Solís, min. 65) , Donny van de Beek (Arnaut Danjuma, min. 57) e Cristhian Stuani (Portu, min. 57)
Obiettivi
1-0 minuti. 89: Gazzaniga
Arbitro Daniele Siebert
cartellini gialli
Marquinhos (min. 16), Ladislav Krejci (min. 19), Oriol Romeu (min. 42), Gazzaniga (min. 73)
La liturgia della Champions League suonava come una musica paradisiaca per il Girona fino alla vittoria di Gazzaniga. L’armamentario che circonda il torneo è inebriante per le squadre esordienti perché segna l’arrivo della terra promessa del calcio, territorio di ricchi e campioni, ma anche di eterni contendenti come il PSG. Nessuno meglio di Stuani può incarnare il momento culminante del Girona. A 37 anni, l’uruguaiano è il filo conduttore della squadra, il giocatore che ha lottato sui campi più difficili della Spagna fino ad arrivare a Parigi. Non ha mai smesso di segnare gol da titolare e da quando era titolare, idolo di Montilivi. Míchel è stato sensibile alla carriera biancorossa del Charrúa, al senso di appartenenza, e gli ha concesso la fascia di capitano all’esordio contro il PSG. Il gesto del tecnico, sempre attento ai dettagli, ha coronato Stuani e certificato il successo del Girona. Hanno giocato l’uruguaiano titolare, il difensore centrale Krejci e Van de Beek. La formazione non è stata un problema da poco dopo la sconfitta di domenica contro il Barça. E la mano di Míchel si è fatta notare in meglio, come è consuetudine, perché per molto tempo il Girona è riuscito a far sì che non succedesse molto allo stadio di Parigi.
Il PSG esce dopo un quarto d’ora di grande intensità e alcuni arrivi che non trovano la rete di Gazzaniga. Il fuoriclasse francese non è più la squadra di Mbappé. L’attaccante ingaggiato dal Real Madrid è stato il problema e la soluzione del campione francese. Il culto del calciatore non è servito a vincere una Champions League sfuggita anche con un giocatore che oggi sembra un ex calciatore come Neymar. Il fallimento delle individualità favorisce ora la leadership di un allenatore molto competitivo e impegnato nel gioco collettivo come Luis Enrique. La squadra, tuttavia, è in costruzione in un momento in cui non può proprio accettare concessioni dopo quelle che le sono state concesse i rivali in Europa. La scommessa su Asensio non è andata a buon fine perché l’attaccante si è infortunato e ha dovuto essere sostituito da Kolo Muani.
I francesi non sono riusciti a trovare un modo per creare linee di passaggio o raggiungere posizioni finali a causa della buona organizzazione difensiva del Girona. Inoltre non hanno avuto spazio contro un avversario grato per il ritorno di Oriol Romeu. Il centrocampista centrale è stato un buon appoggio per una squadra che, al contrario, era lontanissima dalla porta del PSG. Van de Beek e Stuani non si sono collegati né è entrato in gioco Bryan Gil. I biancorossi hanno preferito blindare il loro campo, concentrati a non commettere errori, impegnati fisicamente a causa del possesso palla da parte della squadra di Luis Enrique. Il conformismo dura fino all’intervallo perché il Girona si scatena nella ripresa e propone uno scambio di colpi che fa rizzare i capelli a Míchel. L’ambizione ha prevalso sulla prudenza per attestare la personalità della squadra, sempre coraggiosa in campionato e ora in Champions, anche contro il PSG.
Ha fatto comodo ai ragazzi di Luis Enrique che la partita fosse spezzata, soprattutto a Dembélé, velocista ambidestro che ha guadagnato più presenza senza Mbappé. L’attaccante ha provocato un intervento molto utile di Gazzaniga dopo che Krejci lo ha raggiunto e ha tagliato la palla in una corsa da velocista che ha stupito il pubblico al Parco dei Principi. Stuani ha anche intimidito Safonov in una delle poche occasioni per la squadra di Míchel. La squadra biancorossa si è impegnata in difesa dopo aver dimostrato di non lasciarsi intimidire dai rivali né impressionare dal campo, con orgoglio dei quasi mille tifosi accorsi da Girona.
Convalidata la prima, superata la vertigine, si trattava ora di negoziare un buon risultato, impresa che richiedeva il successo di Gazzaniga e la mancanza di mira di attaccanti come Kolo Muani. Il portiere è stato splendido fino all’ultima giocata senza speranza e ha riportato la partita all’inizio, all’emozione, alla gioia per una notte storica in 94 anni di vita, quando nessuno poteva riparare il punteggio a Girona.